A Sergio - II

Sergio

Questi giorni sono stati molto duri. Sergio se n'è andato in silenzio, lasciando tutti senza parole.
Avrei mille cose da dire su Sergio, ma faccio ancora fatica. Una fatica tremenda. Ma qualcosa voglio dire, anche senza sapere dove andare a parare, perchè so almeno da dove iniziare.
Voglio dire di quanto gli volessi bene, e di come questo sentimento d'amicizia e stima per l'uomo finisse perfino per sopravanzare l'enorme rispetto per la sua storia e il suo lavoro. Per questo, proprio per questo, se si escludono ovviamente i primissimi tempi, non sono mai riuscito a dargli del lei (ne parlavamo giusto ieri, Lola): mi sarebbe suonato fasullo e distante, anzi, anche se può sembrare assurdo, dopo averlo conosciuto mi sarebbe apparsa proprio come una mancanza di rispetto. Ricordo che erano passati pochi giorni da quando consegnai la mia prima storia di Dylan, e mi chiamò Mauro Marcheselli al telefono, dicendomi semplicemente "Bonelli ti vuole parlare". Ero pieno di dubbi su quella storia, avrei voluto rimetterci mano per la centesima volta: era la mia prima storia lunga di realistico, e per giunta era una storia di Dylan Dog! Avrei rifatto - di nuovo - decine di altre tavole, se Mauro non me l'avesse proibito con la forza. Temevo che Bonelli avesse trovato qualcosa che non andava. Perchè mi voleva parlare? Quando prese in mano il telefono, invece, mi disse una cosa semplice semplice: "bravo, hai disegnato una bellissima storia". Poi continuò con i complimenti, che non ricordo assolutamente perchè tutto fu cancellato da quel che mi disse subito dopo: "Non ti devi preoccupare. Sei tra amici, qui", concludendo che lui avrebbe sempre difeso il mio lavoro. Fu una delle cose più importanti che mi siano state dette nella vita, lavorativa e non. Non so se lui se ne sia mai reso conto. Da uomo sensibile e intelligente qual era, immagino che l'abbia intuito dalla mia reazione. Penso che quando si ha una passione, vera, autentica, si possa arrivare a capire quando qualcun altro la possiede allo stesso modo. Forse è quello che è successo, non so. O forse, è stato l'aver guadato a fatica lo stesso fiume, cioè l'aver creato personalmente storie, oltre che averle pubblicate o lette, ad avergli donato quel grande rispetto nei confronti del lavoro altrui. E degli uomini che sempre si nascondono dietro quel lavoro. Questo sarà il mio modo di ringraziarlo, cercare di fare il mio lavoro sempre al meglio, con onestà e passione.
In undici anni, Sergio non ha mai mancato a quella promessa. Non mi hai mai fatto sentire alle direttive di un capo, seppur lungimirante: mi ha sempre fatto sentire a casa. In famiglia. Tra amici. Un uomo semplice, premurosissimo, di una signorilità ormai scomparsa, autenticamente nobile perchè profondamente umano e buono. Insomma un uomo grande. Ricordo la sua fiat Panda, che spesso usavamo con Mauro per andare a pranzo insieme, tutte le volte che passavo in redazione. Cosa che faceva con tanti, appena poteva. Ricordo di quando si informava a che cosa stessi lavorando in quel momento, e se per caso capitava che stessi portando avanti qualcos'altro in contemporanea ai suoi albi, dopo aver rimbrottato un pò (ma solo un pò) perchè magari "lavoravo per la concorrenza", mi poggiava dolcemente una mano dietro al collo come per paura di aver detto qualcosa di eccessivo, chiosando con un "ma tu sei bravo, puoi farlo". Poche parole che non c'entravano nulla con la qualità del lavoro, ma erano come il rimbrotto di un papà che perdonava il figlio per aver rubato la marmellata.
Potrei parlare dei nostri racconti di viaggi, seconda passione di entrambi, e di tutte le ore che abbiamo perso a raccontarceli nei dettagli, nelle scarpinate nei deserti, nelle foreste sudamericane e negli infiniti chilometri che ci siamo lasciati sotto le ruote. Potrei parlare di pranzi e cene, di fiere, dei suoi due splendidi juke-box sui quali raccontò tutto a me e Bruno Enna, mentre ci fece ascoltare un disco originale fatto partire con monetina rigorosamente dell'epoca, o di quando mi disse di aver passato un periodo dell'infanzia a Oltre il Colle, dopo che io gli raccontai di abitare lì vicino, e di come scendesse verso valle a piedi perchè da ragazzino era l'unico mezzo che aveva. Di come doveva venirmi a trovare da quelle parti, che "saranno molto cambiate, ormai", e sì, ma la polenta è sempre quella. Degli abbracci che non mi ha mai fatto mancare, perchè mi voleva bene come io ne volevo bene a lui. Di tanti altri dettagli che ora sono come sommozzatori nella memoria. Ma una cosa voglio ripetertela ancora, Sergio. Su ciò che hai fatto, del grande editore che sei stato, direi solo ovvietà. Della tua casa editrice, nella quale la tua presenza rimarrà SEMPRE, continuerà a parlare il lavoro dei tuoi collaboratori e amici, di tuo figlio Davide, di chi ti ha voluto bene e che, malgrado il disorientamento del non vederti più passeggiare per i corridoi, continuerà a sentire la tua voce e a seguirla. Per quanto mi riguarda, e so di non essere il solo, prima di ogni altra cosa eri - e rimarrai sempre - un amico, che non potrò mai smettere di ringraziare. Una persona speciale, un uomo generoso e un esempio di quanto si possa fare - meravigliosamente - mantenendo un'umanità che ormai sembra diventata una scoria del passato, sacrificabile senza pudore o ignorata perchè ritenuta superflua o non redditizia.
Ieri eravamo tantissimi al tuo funerale. E tra le lacrime, sono riuscito a vedere che il dolore era negli occhi di tutti. Lo sconforto, l'incredulità. Cose che si devono accettare, Sergio, quando in vita ci si circonda d'amore. Che chi ha fatto redditi in modo diverso riesca a confrontare, al momento di tirare le somme con la vita, colui che ha davvero guadagnato di più.

Scusami se racconto un'ultima piccola cosa.
L'altro giorno, mentre in aereo tornavo a salutare Sergio, ho voluto scrivergli una lettera. Una cosa che rimarrà tra noi. L'ho voluto fare in volo, in viaggio, come se gliene stessi ancora raccontando un altro. Ed è successa una cosa stranissima, mentre la terminavo, appena prima dell'atterraggio. Avevo il sole calante in faccia e mi abbagliava un pò. Sotto di noi, una vasta distesa di verde, con un fiume serpeggiante che scorreva in mezzo. Ho capito solo più tardi che era il Ticino con il suo enorme parco. In quel momento, giuro, mi è sembrato di vedere l'Amazzonia, tagliata dal Rio. E' stato come un sogno ad occhi aperti, un'allucinazione di qualche istante, ma che è riuscita a strapparmi finalmente un sorriso, dopo due giorni tristissimi. Se avessi visto anche un piper in cielo credo che mi sarei sentito male, ma i raggi del sole devono averlo nascosto. Però ora sono certo che quella lettera, dopo tutto, l'hai letta.
E mi hai risposto.

Ciao

Fabio

Buon Natale e buone feste

... e cercate di non far la fine del Babbo qua sotto, anche se sarà difficile!

Fabio





IL CACCIATORE DI AQUILONI


Qualche mese fa ho terminato i disegni per la Graphic Novel de "il cacciatore di aquiloni", tratta dall'omonimo romanzo di Khaled Hosseini, per Piemme.
In ritardo come al solito, visto che QUI, QUI e altrove se ne parla già da tempo, ma meglio tardi che mai.

Un lavoro lungo e intenso, che mi è costato sangue e sudore ma che mi auguro possa comunicare qualcosa di ciò che ho cercato di metterci a chi lo leggerà.

Sceneggiatura di Tommaso Valsecchi e colori (splendidi) di Mirka Andolfo e Davide Caci. Ringrazio tutti loro per la pazienza e la disponibilità!

Sarà distribuito anche in versione digitale come app per IPad. Di seguito alcune tavole in anteprima.







Sim Sala Bim!


In ritardo per cause varie (no, non ho fatto la fine di Silvina) ma eccomi a segnalarvi l'uscita di una mia storia sulla serie regolare di Dyd, il n°291: "Senza trucco nè inganno", sceneggiata da Giovanni Di Gregorio e ambientata nel mondo della prestidigitazione londinese (come direbbe Silvan).


Cover San Michele 1


La cover dell'albo che tra una ventina di giorni sarà finalmente in edicola.

"Il borgo dimenticato", con i fantastici disegni di un Sergio Gerasi superstar.

Da oggi è online anche una splendida anteprima di San Michele a opera di Roberto Giammatteo.
Materiale inedito e nuove informazioni.

Trovate tutto sul sito di UBC, QUI.
Mentre sul BLOG di San Michele potrete seguire da vicino i dietro le quinte della serie e tutto il resto.

Epic Mickey: Graphic Novel


Visto che ormai la notizia è pubblica, un link che parli di ciò che si è presentato all'ultimo Comic-Con di San Diego posso metterlo anche QUI.

E' il nuovo videogioco Disney per Wii in uscita quest'anno. Abbiamo avuto modo di vedere i dipinti digitali e gli schizzi ispirati al gioco, e sono strepitosi. Alcuni li potete intravedere nel video di presentazione.




La cosa che mi fa più piacere in tutto questo, oltre all'onore di essere stato scelto per disegnare la Graphic Novel ispirata al gioco (scritta da Peter David), è di poterlo fare in coppia con Paolo Mottura, grande amico e artista. Dopo 20 anni, finalmente riusciamo a fare qualcosa insieme, che non sia un viaggio!

... con l'augurio che sia solo la prima volta, e che possa avere presto un seguito.




 
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